Accessibilità e percorsi interculturali dei musei in Emilia-Romagna

Come già sancito dalla Convenzione di Faro oltre quindici anni fa, la cultura è oggi annoverata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, in modo diretto e indiretto, tra le determinanti sociali della salute con impatto sul benessere, confermando progetti e studi che in misura sempre maggiore dimostrano come la cultura influenzi positivamente diversi aspetti della vita di un individuo.
Sulla stessa linea, la Dichiarazione di Roma dei Ministri della Cultura G20 (30 luglio 2021) che ribadisce come la cultura sia “una componente essenziale per lo sviluppo umano svolga un ruolo fondamentale nel favorire la resilienza e la rigenerazione delle nostre economie e delle nostre società pesantemente colpite dalla pandemia di COVID-19 e al contempo faciliti il raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile stabiliti nell’Agenda 2030”.


Nel dibattito degli ultimi anni è così emerso in maniera crescente il concetto di welfare culturale, che si riferisce alla possibilità̀ di “inserire in modo appropriato ed efficace i processi di produzione e disseminazione culturale all’interno di un sistema di welfare e quindi farli diventare parte integrante dei servizi socio-assistenziali e sanitari che garantiscono ai cittadini le forme di cura e accompagnamento necessarie al superamento di criticità legate alla salute, all’invecchiamento, alle disabilità, all’integrazione sociale e a tutte le problematiche a cui si associa il riconoscimento di un dovere di tutela sociale” (P.L. Sacco, 2017).


Ed è proprio a partire da tali premesse che i ministri partecipanti al già citato summit, vedendo come punto cardine il ruolo trasformativo della cultura nello sviluppo sostenibile, hanno chiesto ai Governi il pieno riconoscimento e l’integrazione della cultura e dell’economia creativa nei processi e nelle politiche di sviluppo, come motore e facilitatore per il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030.

Contemporaneamente è stato richiesto alle
istituzioni culturali di progredire “nelle aree dell’accessibilità, del Design for All e delle esperienze multisensoriali, anche attraverso i mezzi digitali, per facilitare la partecipazione e l’impegno nella cultura e per promuovere nuove esperienze di apprendimento, pedagogie innovative e
interpretazione attiva nel campo della cultura”.

Alla radice del welfare culturale si pone l’accessibilità, sia essa fisica, sensoriale, cognitiva, culturale o economica, poiché si configura come un argine alle disuguaglianze.
Sono gli enti locali e regionali che possono e devono oggi svolgere un ruolo determinante e di raccordo nello sviluppo di policies che aiutino e accompagnino le organizzazioni in percorsi virtuosi verso accessibilità, inclusione e interculturalità, che si qualificano come pilastri e strumenti per la
realizzazione delle politiche sopra descritte.
A livello regionale, l’”Indagine sullo stato dell’arte delle attività tra cultura e salute in Emilia- Romagna”, condotta nel corso dell’anno 2020 dalla Fondazione Promo P.A. e promossa dall’oggi Settore Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna insieme al Comune di Parma, ha fatto emergere la presenza di importanti e diversificate esperienze di competenze e collaborazioni tra cultura e salute, dimostrando come il territorio sia pronto e ricettivo per una azione di messa a sistema delle azioni intraprese.
In questo contesto la Regione Emilia-Romagna ha espresso la volontà di sviluppare nuove policy di welfare culturale, attraverso una serie di azioni da attuare insieme alle istituzioni culturali pubbliche e private, dando forma e sostanza ad una visione in cui la cultura è fattore di cambiamento grazie a quel profondo ruolo trasformativo della società che le è stato riconosciuto, come sopra ripercorso; i musei ed i presidi culturali sono così valorizzati come hub di resilienza e crescita dei territori, fornendo loro strumenti che incrementino competenze,
tecnologie e processi.

Attraverso il Settore Patrimonio culturale, la Regione ha avviato di conseguenza un progetto quadro per comprendere i fabbisogni del sistema culturale regionale rispetto ai temi cardine dello sviluppo a base culturale, intendendo rispondere ad alcune esigenze chiave:

  •  definire una politica di indirizzo regionale di sviluppo del tema del welfare culturale che
    sia integrata tra i vari livelli interessati;
  • formare gli operatori del settore;
  • rafforzare il dialogo e la progettualità condivisa tra organizzazioni diverse e tra pubblico e
    privato;
  • attivare tavoli interdisciplinari tra l’ambito culturale/educativo e quello socio-
    assistenziale/sanitario

Nasce quindi il percorso Accessibilità e percorsi interculturali dei Musei in ambito regionale, che si è sviluppato, con la collaborazione tecnico-scientifica di Promo PA Fondazione, attraverso due prime fasi di conoscenza e due successive di formazione nel corso
dell’anno 2022:

  • FASE I Indagine quantitativa on line
  • FASE II Focus group
  • FASE III Pillole formative
  • FASE IV Percorsi interculturali

 

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