NB. Poiché il perimetro delle ICC è ampio e complesso, le fonti utilizzate sono molteplici. Per questa ragione non tutte le datavisualization possono essere aggiornate facendo riferimento allo stesso anno. Nei titoli o nelle descrizioni gli anni considerati sono sempre indicati.
DIGITAL
L’ultimo decennio è stato caratterizzato da una costante ascesa delle nuove tecnologie e, in particolare, del digitale. In tutti i settori, anche in quello culturale e creativo.
Nuovi prodotti e servizi, nuovi tipi di fruizione, nuove applicazioni organizzativo-gestionali, nuove soluzioni che permettono di ottimizzare molteplici aspetti della quotidianità… ma non tutte le esperienze artistiche e i prodotti creativi sono fisiologicamente technology-driven. Alcuni, più di altri, hanno faticato – e faticano – maggiormente ad approcciarsi a questo mondo, a capire come alcuni benefici possano applicarsi alla propria realtà ma le conseguenze delle crisi pandemica hanno, senz’altro, acceso un campanello d’allarme: il Covid-19 ha innegabilmente colpito e indebolito moltissimi settori dell’economia, scagliandosi con veemenza sui professionisti e le organizzazioni della cultura e della creatività.
La necessità di nuovi linguaggi e strumenti, imposta dalla pandemia, ha però abilitato e accelerato processi digitali che stanno continuando tutt’oggi. A sostegno di questa rivoluzione vi è il settore ICT, considerato nel perimetro delle ICC, che continua a crescere e rappresenta una parte consistente di questo comparto per quanto riguarda il valore aggiunto e il fatturato.
Lo sforzo verso il digitale è necessario per riuscire ad adattarsi al contesto attuale, crescere e continuare a sperimentare: è considerato, infatti, un asset su cui puntare e anche uno dei principi cardine che l’Europa ha posto alla base dell’utilizzo del Recovery Fund, assieme alla transizione verde. Si pensi, ad esempio, all’investimento 3.2 del PNRR, completamente dedicato ad attività di Capacity Building per gli operatori della cultura per gestire la transizione digitale e verde che ha una capienza pari a 155 miliardi di euro.
Spettacolo dal vivo e digitale
Quando si parla di tecnologia e digitale, è necessario, anche, considerare la presenza di infrastrutture e servizi adeguati, senza i quali risulta complesso sperimentare in termini di contenuto e fruizione. Nel 2021, attraverso un’analisi una tantum, si è riscontrato che Il 66% delle sedi teatrali operanti sul territorio presenta una connessione internet; il 57% dei quali ha una rete in fibra ottica mentre solo il 17% possiede una connessione xDSL. Il 33% delle sedi ha un Wifi aperto al pubblico.
Monitorare, invece, le evoluzioni e rivoluzioni digitali per quanto riguarda le nuove proposte di spettacolo risulta più complesso siccome non esistono statistiche ufficiali volte ad analizzare questo aspetto. È però possibile affermare con certezza che questa tematica si stia facendo sempre più spazio, sia nel discorso pubblico sia fra gli operatori: lo testimoniano bandi pubblici e privati che incoraggiano nuove sperimentazioni in questo senso, premi teatrali che stanno nascendo o si stanno adeguando a queste evoluzioni, eccetera. In Emilia-Romagna, una prima ricognizione su un campione di compagnie e professionisti che si sta muovendo verso questa direzione è stata sviluppata nell’ambito di quattro seminari realizzati tra il 2022 e il 2023, Innovazione nello spettacolo dal vivo e nuovi spettacoli del digitale, e una successiva pubblicazione, che hanno avuto l’obiettivo di analizzare questo fenomeno attraverso casi concreti del nostro territorio.
Musei digitali
Ma come si misura la digitalizzazione di musei e biblioteche? Sono stati selezionati alcuni indicatori utili a capire lo stato di avanzamento in questo ambito delle strutture presenti in regione, nello specifico: dettagli su servizi di biglietteria online, la presenza sui social media, l’accesso alla rete Wi-fi e la presenza di cataloghi digitali.
I dati più positivi che si rilevano nel 2022 nelle strutture museali dell’Emilia-Romagna sono quelli inerenti i social network: la maggioranza dei musei – circa il 76% – è presente su una di queste piattaforme.
Ciononostante, seppur disponendo di questi canali per raggiungere i propri pubblici, non tutti offrono la possibilità di acquistare biglietti online o accedere al catalogo digitale.
Biblioteche digitali
Anche le biblioteche del territorio regionale si sono – o stanno – aprendo alle opportunità offerte dal digitale. Quasi il 19% delle biblioteche ha digitalizzato e reso accessibili online il proprio materiale mentre il 6,4% non l’ha ancora pubblicato. Le biblioteche del territorio risultano essere molto forti per quanto riguarda i cataloghi digitali – l’89% fornisce questa possibilità, sia essa in forma singola o in rete con altre biblioteche – e i servizi online, come la prenotazione di libri, la postazione e il prestito.
Il prestito digitale è un’opportunità fornita da molte strutture: un servizio avviato ormai da anni ma che ha visto il suo boom dal 2020 in poi.
Questa offerta è resa possibile grazie a due strumenti di cui la Regione si è dotata: EmiLib – la biblioteca digitale delle province emiliane – e la sua omologa per i territori romagnoli – Rete bibliotecaria della Romagna.
Finanziamenti S3
Diversi sono gli strumenti e i programmi che hanno finanziato iniziative digitali nell’ambito delle Industrie Culturali e Creative, coerentemente alle linee guida definite dalla Strategia di Specializzazione Intelligente dell’Emilia-Romagna che annovera, fra i suoi ambiti prioritari, i settori che afferiscono al mondo dell’Economia Arancione.
Sono state sostenute azioni di varia natura che rientrano nell’ambito digital: progetti di ricerca o di innovazione, startup e interventi formativi. Diversi i soggetti che hanno avuto accesso a queste opportunità: enti di formazione, laboratori, imprese, enti locali.