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START UP

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SPAZI

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BREVETTI

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ASSEGNI DI RICERCA

NB. Poiché il perimetro delle ICC è ampio e complesso, le fonti utilizzate sono molteplici. Per questa ragione non tutte le datavisualization possono essere aggiornate facendo riferimento allo stesso anno. Nei titoli o nelle descrizioni gli anni considerati sono sempre indicati.

INNOVAZIONE

Il settore culturale e creativo è considerato un importante driver di innovazione. È un ambito capace di immaginare e realizzare nuovi prodotti e servizi o rivoluzionare gli esistenti per sviluppare nuovi modelli di business. I risultati creativi di artisti e organizzazioni culturali riescono, spesso, a innescare processi dall’alto valore sociale a favore di target diversificati.

Ma cosa significa innovazione quando parliamo di cultura?
L’innovazione di prodotto o servizio porta allo sviluppo di opere, manufatti, output artistici o nuovi tipi di prestazioni. Questa inventiva è stata fondamentale anche per affrontare le difficoltà generate dalla crisi pandemica: tante, ad esempio, sono le organizzazioni culturali che negli ultimi due anni hanno sperimentato proponendo nuovi tipi di fruizione e prodotti ibridi, tra il fisico e il digitale. Ma questo tipo di innovazione creativa può sconfinare anche in altri settori. Non sono rari gli esempi di creative-spillover, ovvero quando le ICC contribuiscono indirettamente ad apportare benefici in altri contesti. È il caso delle strategie di rivitalizzazione dei quartieri cittadini tramite l’arte: ai creativi vengono concessi immobili in stato di abbandono da tempo a canoni agevolati, la loro presenza porta a una diminuzione del degrado e a un incremento delle opportunità a disposizione dei residenti.
L’innovazione di processo prevede la trasformazione di modus operandi per migliorarne l’efficacia e l’efficienza o rispondere a nuovi bisogni. Come l’industria dell’audiovisivo, ad esempio, che ha dovuto rielaborare i propri modelli distributivi per soddisfare le richieste del pubblico, sempre più propenso ad accedere a contenuti tramite piattaforme on demand.
L’innovazione sociale genera nuove idee che rispondono a necessità sociali in modo più efficace rispetto alle alternative esistenti: un fenomeno che interessa una grande fetta di organizzazioni culturali e creative ma i cui impatti sono ancora difficilmente quantificabili.
L’innovazione tecnologica, infine, sostiene gli altri tipi di innovazione. Le soluzioni digitali e le nuove tecnologie sono strumenti per sviluppare nuovi modelli di business, raggiungere nuovi mercati, risolvere sfide che caratterizzano la nostra quotidianità.

Start up, brevetti, assegni di ricerca

Per massimizzare gli effetti degli investimenti in ricerca e innovazione, molte regioni europee hanno redatto la propria Strategia di Specializzazione Intelligente (S3): un piano di azione che definisce gli ambiti produttivi principali che caratterizzano il territorio di riferimento al fine di concentrare politiche e misure di supporto su questi settori trainanti.
La S3 dell’Emilia-Romagna individua le Industrie Culturali e Creative tra i comparti ad alto potenziale di sviluppo.

Le linee guida definite in questo documento indirizzano, in modo trasversale, le risorse di derivazione comunitaria e gli strumenti di programmazione regionali.
Per questo, la Regione ha sviluppato un sistema di monitoraggio della S3 che presenta una serie di indicatori volti a valutare l’impatto dei Fondi Strutturali, i principali strumenti finanziari della politica regionale dell’Unione europea.

Tra questi, i più interessanti per una fotografia che descriva il livello di innovazione delle ICC sono il numero di startup, di assegni di ricerca e di brevetti.

È necessario sottolineare che il numero relativo alle startup prende in considerazione le startup fondate in un determinato territorio in un periodo di riferimento (2013-2021): si tratta quindi di un numero cumulativo che non considera quelle che, nel frattempo, sono cessate o che sono uscite dalla fase di startup che, di norma, dura 4 anni.

Gli assegni di ricerca sono stati raggruppati in tre categorie distinte: smart cultural heritage, processi creativi e nuovi modelli di business, comunicazione digitale e nuovi target.
Infatti, la S3 2014-2020 dell’Emilia-Romagna ha individuato, con riferimento alle ICC, tre ambiti prioritari di intervento sui quali si è deciso di investire in termini di ricerca e innovazione. Sono ambiti che vanno a interessare in modo trasversale i diversi sottosettori afferenti a questo comparto – dal patrimonio culturale, all’audiovisivo, all’editoria, al design – e sono ritenuti strategici per il raggiungimento dei traguardi prefissati: competitività, occupazione, sviluppo sostenibile.

Smart Cultural Heritage comprende tutte quelle traiettorie tecnologiche volte al miglioramento di strumenti e servizi per la conservazione, il monitoraggio e la fruizione del patrimonio culturale.
Processi Creativi e New Business Models intende valorizzare la creatività come elemento attivatore di innovazione: ingrediente fondamentale per la progettazione di nuovi prodotti e servizi nonché di nuovi modelli di business.
Comunicazione Digitale e Nuovi Target incoraggia lo sviluppo di format, competenze, strumenti multimediali per promuovere l’accesso a nuovi prodotti e servizi da parte di una platea sempre più vasta, permettendo alle imprese di ampliare il proprio target di riferimento.

Gli brevetti nell’ambito delle industrie culturali e creative tra il 2014 e il 2019 sono 80, la maggior parte nell’ambito dei Processi creativi e nuovi modelli di business.

Ulteriori indicatori inerenti l’innovazione di questo settore sono presenti nel cruscotto del Monitoraggio S3 della Regione Emilia-Romagna.

Spazi

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ACCELERATORI
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FABLAB
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COWORKING
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INCUBATORI
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LABORATORI APERTI
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TECNOPOLI
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LABORATORI RICERCA ICC

Gli spazi di collaborazione sono uno strumento abilitante che favorisce la contaminazione di idee, competenze e professionalità, incoraggiando l’adozione di un approccio teso all’open innovation.
In regione, questi luoghi sono tanti, disseminati su tutto il territorio ed estremamente eterogenei. Alcuni sono maggiormente focalizzati sullo sviluppo imprenditoriale e la crescita, come gli acceleratori e i coworking. Altri si pongono l’obiettivo di incrementare l’accessibilità alla fabbricazione digitale anche attraverso percorsi formativi, come i fablab.

I Laboratori Aperti e dai Laboratori di ricerca in ambito ICC sono un’altra delle peculiarità che caratterizzano l’Emilia-Romagna.
I Laboratori Aperti sono spazi pubblici, utilizzati in passato per altri scopi (ad esempio scuole, chiostri, fabbriche), che sono stati rigenerati e dotati di tecnologie innovative a cui la comunità può accedere. Questi spazi hanno l’obiettivo di incoraggiare l’acquisizione di competenze digitali tramite corsi di formazione, hackathon, prototipazione.
Ogni laboratorio aperto mette al centro tecnologia, innovazione, cooperazione e partecipazione. Tuttavia sono anche caratterizzati da un tema specifico, definito in base alle peculiarità del loro territorio: la maggior parte di loro ha riconosciuto le ICC come elemento centrale.
La Regione si è anche dotata, attraverso un avviso pubblico, di due laboratori permanenti che hanno l’obiettivo di portare avanti attività di ricerca per stimolare l’innovazione del comparto: CRICC – Centro per l’Interazione con le Industrie Culturali e Creative e DHMore – Centro Interdipartimentale per le Digital Humanities.

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