ICC: qual è lo stato dell’arte in Emilia-Romagna?

I dati pre-crisi raccontano un sistema, quello della cultura e della creatività, in continuo fermento e capace di crescere.

Il settore rappresenta un trend di costante crescita prima della pandemia con un’offerta culturale forte, diversificata e accessibile in tutta la regione, sostenuta da una forte domanda di beni e servizi e da politiche culturali robuste e di lunga tradizione.
Inoltre, mentre a livello nazionale, tra il 2011 e il 2018, la spesa pubblica per la cultura è diminuita, in Emilia-Romagna il dato è inverso.
Oltre al sostegno pubblico il settore conta su un flusso piuttosto consistente e costante da parte di soggetti privati ed enti filantropici: il sostegno delle Fondazioni Bancarie al settore è aumentato negli ultimi anni.

Le industrie culturali e creative in Emilia-Romagna si sono riprese meglio e più velocemente rispetto ad altri settori dalla crisi che ha colpito i mercati globali, con un’occupazione aumentata del 4,9% dal 2008 al 2019, superando il resto dell’economia regionale complessiva per lo stesso periodo (+0,5%). Ciononostante la crescita non è stata omogenea nelle varie specializzazioni: meno bene l’artigianato artistico e i media, meglio la cultura, l’intrattenimento e l’arte. Il 34% degli operatori culturali sono autonomi (la media europea è del 14%). Sono autonomi il 74% dei lavoratori nelle produzioni televisive e il 66% nei settori dell’architettura.

Leggermente sotto rappresentate le donne: mentre la media italiana delle donne lavoratrici in ambiti culturali e creativi è del 46% delle occupate in tutti i settori, in Emilia-Romagna rappresentano il 36%.

La situazione post pandemia ha visto il settore fortemente penalizzato, in primis, lo spettacolo, la musica e il cinema. I lavoratori, infatti, hanno subito la massima riduzione delle ore di lavoro (-14,9%, dietro solo al turismo) mentre altri sottosettori come il design, la pubblicità o la moda sono riusciti ad assorbire meglio l’impatto.

In questo quadro il dato positivo è che la spesa delle famiglie emiliano-romagnole per svago e cultura è uno dei più alti in Italia e più alto anche della media europea, anche se in diminuzione. 

I dati dell’Economia Arancione dell’Emilia-Romagna sono stati aggiornati da OCSE nell’ambito del progetto Cultural and creative sectors and local development di cui la Regione è partner. Lo studio – che verrà pubblicato ufficialmente nelle prossime settimane – ha voluto indagare lo stato dell’arte delle ICC attraverso informazioni quali-quantitative per potere redigere alcune raccomandazioni indirizzate a policy-maker. L’obiettivo è quello di fornire a decisori alcuni elementi concreti per sviluppare future policy e misure di supporto.

Ma quali sono le principali raccomandazioni emerse?
È necessario:

  • Facilitare ulteriormente l’accesso ai finanziamenti delle ICC identificando, in primis, gli ostacoli all’accesso al debito e ai finanziamenti azionari (es. scarse la mancanza di consapevolezza degli istituti di credito e la riluttanza a fornire prestiti senza garanzie tangibili)
  • Colmare le lacune nelle competenze degli operatori culturali, specialmente per quanto riguarda l’approccio imprenditoriale e le skill digitali
  • Progettare incentivi per stimolare la domanda culturale, che è crollata durante la pandemia mettendo le attività di diversi profili a rischio

Maggiori aggiornamenti sul settore culturale e creativo sono accessibili in questa presentazione.